Trovare un equilibrio

​Abbiamo adolescenti che crescono in un mondo sociale, tra Facebook e Instagram. Un mondo dove si mettono filtri, dove ognuno pubblica il meglio di sé, un mondo finto. La realtà non è così.
Abbiamo una generazione che vuole tutto subito e cresce con livelli di autostima più bassi delle altre.
Le cose più importanti non si imparano sui social. L’amore, l’amore per la vita, la gratificazione sul lavoro, la fiducia nelle proprie capacità, sono cose per cui ci vuole tempo e tanta pazienza ma di cui non puoi fare almeno.
Abbiamo il compito di riparare il danno e imparare la pazienza e le abilità sociali, reali, vere.

Non perdetevi questo video!

31 pensieri su “Trovare un equilibrio

  1. Sfondi una porta aperta, anche se dovresti saperlo, non è semplice, neppure con una buona dose di ottimismo.. ci si manda sms in casa , da una stanza all’altra, secondo me il giro di boa è già stato fatto. Ora sta nel ristabilire il giusto equilibrio delle cose.
    Ed ancira una volta e la natura che può dare una mano concreta..

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  2. Con l’avvento di questo mondo che chiamano “social”, ma che di “social” ha ben poco, forse si sono annullate delle distanze, ma ne abbiamo create di nuove. Stanno cambiando le relazioni e i nostri comportamenti, ma non riusciamo a rendercene conto. Arranchiamo dietro al medium digitale che, agendo sotto il livello di decisione cosciente, modifica in modo decisivo il nostro comportamento, la nostra percezione, la nostra sensibilità, il nostro pensiero, il nostro vivere insieme. Oggi ci inebriamo del medium digitale, senza essere in grado di valutare le conseguenze di una simile ebbrezza. Questa cecità e il simultaneo stordimento rappresentano la crisi dei nostri giorni.

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  3. Devo dire che i pochi adolescenti o giavanissimi con i quali ho interagito online mi sono sembrati molto saggi e padroni del mezzo. Il vero problema sono i quarantenni. I ragazzini di oggi cresceranno benissimo e il loro rapporto con le “nuove tecnologie” sarà ottimo; è per noi vecchi che queste tecnologie sono “nuove”, per loro è solo una facoltà sensoriale in più. Non c’è nulla per cui valga la pena allarmarsi, se non la nostra vecchiaia.

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    • Ciao Rospo! 🙂
      Forse non hai guardato il video… la tecnologia va benissimo, il problema è la dipendenza che crea e quello che succede al livello personale di un adolescente che cresce in un mondo virtuale, si parla di trovare un equilibrio. Se hai qualche minuto, guardalo, ti piacerà.

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      • Si ma il problema è che siamo in una fase dsi passaggio e questi scompensi sono solo temporanei. Per forza di cose queste tecnologie saranno incorporate nel corpo umano, è un problema che non esiste. L’uomo cambierà con esse. Qualunque ansia è immotivata.

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        • Hai ragione, stiamo attraversando un periodo transitorio, ma proprio perché siamo in pieno cambiamento, dobbiamo fare molta attenzione e trovare un giusto equilibrio.
          Io mi preoccupo quando devo litigare con mio figlio adolescente, per farlo stare lontano dal cellulare, è la dipendenza che mi preoccupa e il mondo falso che viene fatto vedere dai social. Mi preoccupo di dare le giuste informazioni e fargli capire che ha bisogno di relazionarsi con le persone in modo diverso. Questo video spiega benissimo cosa comporta crescere in un mondo Facebook e Instagram…

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          • Si hai ragione ad avere delle preoccupazioni, è un atteggiamento normale. Ma ricorda sempre che i grandi cambiamenti ispirano sempre grandi timori, spesso immotivati. Come dicevo secondo me gli adolescenti sanno fare un uso appropriato di questi mezzi. E ciò che noi più grandicelli possiamo percepire come un eccesso dipende solo dal fatto che noi siamo legati a usi diversi.

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  4. Già. La mia generazione (sono del ’70) si divertiva con poco… ricordo ancora quando per strada si giocava con le biglie o i tappi delle birre e tutto era semplice, genuino. Adesso i ragazzi voglio giochi elettronici costosi, vestono solo con capi firmati e non conoscono il sacrificio di guadagnarsi qualcosina. Io da piccolina facevo la bancarella con i giornalini letti (topolino etc) così mi racimolavo qualche lira, divertendomi pure.
    Quelli erano bei tempi ^_^

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    • Bei tempi si, li ho vissuti anch’io… 🙂
      Il progresso, i cambiamenti, vanno benissimo, ci vogliono. L’unico problema è che dobbiamo fare molta attenzione a non perderci… non perdere quelle capacità naturali e indispensabili che abbiamo è che dobbiamo continuare a coltivare, cioè la manualità, il relazionarsi dal vivo, la fiducia nelle proprie forze, saper cavarsela da soli in ogni situazione, ecc… tutte cose che non si imparano stando tutto il tempo davanti a uno schermo…
      Ci sono troppe belle e comode novità in cui è facile perdersi, e i ragazzini per quanto siano intelligenti, si trovano ad affrontare una vita reale molto ostile. Facebook e Instagram non li aiuta ad aumentare la loro autostima, ma fa proprio la cosa opposta.
      Tutto qui, bisogno trovare un equilibrio.

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      • Ciao.. infatti. La nuova generazione si “perde” dietro ad un PC. Ma la vita reale, quella vera non è fatta così… è ben diversa e quando alla fine ci si trovano davanti, si sentono smarriti perché non abituati, al contrario di noi che abbiamo qualche annetto in più

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  5. Pingback: Trovare un equilibrio – Literele sufletului meu

  6. Non c’è via di mezzo , non c’è equilibrio, e quando per una ragione qualsiasi riesci a trovarlo questo ti sembrerà la cosa più precaria e fragile che tu abbia mai vissuto.
    E questa è “semplicemente” la vita di oggi. La vita guasta e difficile che ci hanno consegnato sotto forma di “spirito individuale”, pregna di possibilità globali e locali, ma così povera di accessi effettivi e giusti a quelle stesse possibilità; ingarbugliata e complicata allo sfinimento, ma rorida di comunicazione tecnologico-innovativa che riesce a riesumare vecchi tribalismi, che attiva neo-comunità del riconoscimento e dell’identificazione, che plasma quell’”essere-insieme banale” e distante sostenuto da informazioni eccessive e nauseabonde, che trasformano il privato in pubblico, e il pubblico in un’enclave abbandonata a se stessa.

    In tutto questo, l’equilibrio con se stessi e con le nostre relazioni è dunque fondamentale. Ma costa fatica, costa perseveranza, c’è di mezzo un’attesa priva di superficialità. Ma soprattutto un esercizio spregiudicato d’umiltà.

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