La morte, tenebrosa sconosciuta

La morte, questa tenebrosa sconosciuta… la verità è che ci fa paura ed è del tutto normale, perché morire vuol dire abbandonare ciò che conosciamo e amiamo.
Talete diceva che l’acqua è il principio di tutte le cose, connettendole attraverso il movimento. L’acqua è ciò che dà la vita, i semi senz’acqua non crescono, le piante senz’acqua non fioriscono, l’uomo senz’acqua muore perché le sue cellule si disidratano. In natura tutto si muove, tutto continuamente si trasforma e questo movimento, questa continua trasformazione è l’origine e il senso della vita. Se ci pensate, prima della nostra nascita ci formiamo nel grembo della mamma nel liquido amniotico, esso avvolge il bambino durante i novi mesi, questo liquido è il nostro mondo, tutto ciò che ci circonda e pensiamo che esista. Forse pensiamo che sia altro al di fuori del nostro sacco amniotico, lo percepiamo, sentiamo un forte legame con la nostra mamma, lei è parte di noi, sentiamo che c’è ma non sappiamo com’è fatta, possiamo soltanto sentire la sua presenza. Poi, un giorno arriva il momento in cui dobbiamo abbandonare ogni sicurezza che abbiamo, arriva la nostra morte. Soltanto anni dopo capiamo che quella morte in realtà era stata la nostra nascita.
Tutto si trasforma, è così che funziona la vita. Questa movimento, questa continua trasformazione, questo continuo racconto, il principio del movimento che Talete identifica nell’acqua, riempie ogni singola creatura del universo. “Tutto è pieno di dei, di movimento e di vita.”
Siamo espressione di qualcosa di infinitamente più grande. In natura tutto avviene per necessità, secondo le leggi della natura e la nostra tanto temuta morte non sarà altro che un’altra nascita, una nuova trasformazione, un’apertura verso lo sconosciuto. Pensando alla propria morte si può provare un’angosciosa afflizione, ma in realtà non dobbiamo aver paura, perché si tratta soltanto di un altro meraviglioso rinnovamento.
Morire equivale a nascere, sono entrambi confini della vita e avere questa consapevolezza ci aiuta a superare meglio la paura di questo imminente passaggio.

Foto da Pinterest

67 pensieri su “La morte, tenebrosa sconosciuta

  1. Riflessione stimolante e, consentimi, coraggiosa già a priori. Perchè affronta un tema ispido e niente facile, da cui normalmente si rifugge. A maggior ragione in queste sedi, i blog, che tendono ad argomenti d’evasione.
    Il tuo svolgimento mi ricorda molti punti del pensiero orientale (per esempio, tutto è movimento) che però ho solo sfiorato in passato, e che meriterebbero un approfondimento, per cui non mi soffermo più di tanto.
    Resta che i tuoi concetti possono essere o meno condivisi però offrono un punto di vista interessante. Certo, nessuno essendo riuscito a dimostrare con prove concrete e dei dati “da dove veniamo e dove andiamo” e, quando dico nessuno, alludo alla pletora di filosofi e pensatori antichi e moderni, e delle migliori culture occidentali e orientali – ipotesi e teorie sono inevitabilmente soggettive e personali.
    Questo non toglie un brava a Giorgiana e la dovuta stima.

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    • 😊 Ti ringrazio Guido!
      Il bello di leggere i filosofi è il fatto che ti aprono tante prospettive e puoi scegliere quella che ti piace di più o magari mescolare più ipotesi finché non arrivi a una personale, che riesca a soddisfarre almeno in parte il tuo bisogno di avere una risposta a determinati quesiti.
      Questo argomento lo so, non avrà mai una risposta chiara, non può, però abbiamo comunque bisogno di farci un’idea e credere in qualcosa, dobbiamoo dare un senso a questa vita… finché c’è vita continueranno a esistere anche i filosofi e continueremo a filosofare anche noi nel nostro piccolo. È bello così. Un bacio!

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  2. Bravissima, ottima descrizione di un passaggio obligato. Noi abbiamo paura di ciò che non conosciamo, ma qui io credo si aggiunga anche un altro elemento che é quello dell’inenutabilità.
    Ci crediamo di essere padroni della nostra vita e di poterla gestire come meglio crediamo. La morte ci sbatte in faccia la verità!!!

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  3. ci conto molto su questa nuova rinascita, nell’illusione che sia migliore della precedente. La morte e’ un argomento affascinante del quale si potrebbe parlare all’infinito ma … nessuno potra’ mai dire come stanno veramente le cose. Una cosa e’ certa: da questa vita non ne e’ mai uscito vivo nessuno 😉

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  4. Carissima, hai scritto un post a dir poco splendido e commovente!
    Mentre leggevo le tue emozionanti parole, rivivevo le dolci parole di mia nonna: “Viviamo nella consapevolezza della nostra morte, ed è forse per questo che abbiamo il dovere di vivere i nostri sogni…
    perché sappiamo di esistere!”
    Un forte abbraccio
    Adriana Pitacco

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    • Ciao Adriana! Ricordo che tempo fa in un altro commento mi avevi scritto un altra cosa che raccontava tua nonna (in questo momento mi sfugge, ma so che era qualcosa che mi piaceva molto). Direi proprio che sei stata fortunata, hai avuto una saggia nonna, una di quelle che mi piace sempre immaginare, dolci, pazienti e che insegnano cose preziose. 😊 Ciao, un abbraccio anche a te!

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  5. La morte sa raggiungere gli abissi dell’anima, infrangendo tutti gli apparati razionali, e a maggior ragione quelli consolatori che non vogliono vedere quello che è lì davanti: il silenzio eterno di tutte le parole, di tutti i suoni, di tutti i profumi.
    La morte è poesia inespressa.
    La poesia cerca la parola ma non riesce a darle forma. Perché la parola è il linguaggio dei vivi, e al silenzio eterno manca il linguaggio.
    Eppure quel silenzio risuona dentro di noi: ma, senza parola, questa risonanza che fuggevolmente da lontano ci sfiora, la lasciamo nell’inespresso, e lì custodita.
    Anche alla custodia dobbiamo essere grati. E’ una forma di fedeltà a tutto ciò che con lui o con lei abbiamo vissuto, e che non possiamo sradicare se non sradicando noi stessi dalla nostra vita.E il tempo non consola, perché è un tempo che testimonia solo il silenzio dell’altro e l’inadeguatezza di tutte le voci che vogliono sovrastarlo. E allora, se vogliamo evitare la profanazione sottesa a quelle voci, dobbiamo andare alla ricerca del linguaggio capace di corrispondere a quel silenzio. E’ un linguaggio che non dice, ma che sa prendere dimora in quell’atmosfera evocativa che solo la poesia sa creare, quando non è biografia ma metafora della condizione umana.
    E allora il silenzio eterno comincia a parlare non con i ricordi, che proprio perché ricordi sono sempre struggenti, ma creando quell’atmosfera interiore insolita, fino ad allora ignota, che chi se ne è andato ci dona, invitandoci a prendere dimora: la nostra nuova dimora.
    L’addio non è mai davvero e fino in fondo un addio.

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    • “Alla ricerca del linguaggio che non dice”… mi piace moltissimo.
      Ciao Fausto, secondo me sei una di quelle persone che starei ad ascoltare per ore. Non ti conosco ma tutti tuoi commenti mi trasmettono una bellissima sensazione. Ti ringrazio! 😊

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  6. La morte per me è l’incontro con Dio, ritornerò finalmente alla casa del Padre che è nei cieli. Ciò che mi fa paura è se sarò capace di accettare quello che viene prima, cioè per es. una malattia che mi rende incapace di essere lucida, ma nutro la speranza che Dio mi aiuterà perché mi sono sempre fidata di Lui. Ciao Giorgiana.

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      • Ho frequentato un istituto religioso. Credo che lo studio di alcuni testi, o le prediche di qualche prete cialtrone, abbiano prodotto in me, la convinzione che la morte è un fatto naturale. Dovuto. Quindi l’ho accettato così com’è. Magari sbaglio, ma ormai sono vecchio per cambiare idea!! 😂😂😂

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    • Sai, non ho idea di come continuerà questo nostro viaggio, ma sono certa che non può essere tutto qui, anzi questa nostra vita sicuramente è soltanto un piccolo passaggio. È affascinante sapere anche soltanto il fatto che siamo polvere di stelle, la vita si è formata proprio così, dai resti delle stelle. Siamo un vero miracolo, dentro di noi c’è un universo intero che funziona allo stesso modo del universo che conosciamo. Non può finire così, tutto in natura ha una continuazione, tutto si trasforma…
      Ci sarebbe tantissimo da parlare e da riflettere sul nostro compito qui, su cosa dobbiamo imparare…

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  7. Strano il rapporto che generalmente si ha con la morte.. da giovani la si ignora anche a rischio di vederla in faccia, più avanti si fa finta di nulla , come se non esistesse.. quando arriva ci si accorge che è sempre stata con noi ogni istante della nostra vita..

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  8. Bellissima riflessione, il movimento; tutto scorre e si trasforma. Temiamo la morte e proviamo ad ignorarla perchè non riusciamo a definirla. Io credo di aver più paura di lasciare chi amo più che non esserci

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  9. La penso esattamente come te. La morte non è altro che un’altra faccia della stessa vita. Non è stato facile arrivare a maturare un certo pensiero, ma le cose più importante talvolta richiedono il nostro sforzo… e il nostro – tempo -, che poi è prima di tutto un – tempo interiore –
    Cose buone.

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  10. Hai ben formulato il tuo pensiero riguardo la morte! Interessanti anche tutti i commenti cui esso ha dato seguito.
    Mi interesso da tempo a questo argomento, al ciclo delle rinascite, alle dimensioni sottili, al piano astrale che qualcuno definisce “Terra di smeraldo” per i suoi colori, la vivacità dei suoi abitatori e la possibilità di poter continuare a provare emozioni od anche portare a termine opere che Lady Morte aveva impedito fossero ultimate.
    Affascinanti i sette sotto-piani dell’Astrale su cui si deve transitare piu’ o meno brevemente a seconda delle individuali consapevolezze acquisite in vita…e prima di raggiungere il piano mentale ….
    Complimenti per il tuo blog e la profondità di pensiero che manifesti…
    Un saluto! Franco.

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    • Ciao, ti ringrazio tantissimo!
      Affascinanti i viaggi astrali e anche questo tuo commento, ti dirò che mi hai fatto venire una gran voglia di rileggere qualcosa su questo argomento.
      Il mio pensiero sulla morte è formulato in maniera molto semplice, basilare, però sentivo il bisogno di esprimerlo e sono molto contenta che sia piaciuto.
      Grazie ancora! 😊

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      • Efferre ha ragione, e’ possibile che esista una matura spirituale che possa essere disgiunta dal corpo, ed essa potersi anche “reincarnare” in altro corpo. Comunque, anche la vasta casistica della cosiddetta “pre morte” puo’ rientrare a pieno merito in queseto discorso dei “viaggi astrali” (una esperienza di premorteforse e’..un viaggio astrale), e parimenti tale fenomeno puo’ essere, se non una prova, un indizio dell’esistenza dell’anima.

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  11. Ciao Giorgiana. Tutti, o quasi tutti diciamo, e sempre si dice: “si vive una volta sola”, “la vita e’ questa sola”, “la vita e’ una”. A mio avviso diciamo questo con molta, troppa certezza. E’ chiaramente questo un concerto e un modo di dire tutto occidentale. Ma tale “comunis modus dicendi” non e’detto che sia ispirato dal Vero. Potrebbe essere, e lo spero, la piu’ grossa cavolata mai pensata. Ora, esistono due possibilita’: Una e’ escatologica, una vita, una morte, l’aldila cristiano/cattolico. L’altra possibilita’ e’ quella karmica /orientale, ed entrambe partono dall’idea che noi non siamo solo DNA e cellule, carboidrati Eccetera, ma siamo anche spirito. Ora, a meno di non avere una convinzione di fede, non lo sappiamo. Ma di certo una esistenza che si basi sulla prospettiva del nulla dopo la more, e’una esistenza senza senso…

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    • …e pensiamo poi, a concetti e parole grandi di cui abbiamo consapevolezza quali morale, giustizia, crescita interiore , amore, odio, perfezione, fede eccetera. Se abbiamo a che fare con tutto questo, il “senso della ricerca di Dio”, Eccetera, difficile che tutto questo sia per una misera esistenza di pochi decenni. Ciao.
      Marghian

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  12. E poi, IL nulla eterno, dopo. Non credo abbia senso logico. IL nulla, in quanto tale, non ha consistenza ne’ dimensioni. Il tempo e’una dimensione quindi il nulla non ha nemmeno durata. Ecco che questo “nulla per sempre” mi sembra una cosa senza senso.. Ciao deve essere pertanto un “risveglio”, o in altra esistenza fisica o in altra dimensione come dicono religjosi e spiritualist I. E’vero che con LA morte “muore il cervello “. Ma forse la nostra e’una duplice natura: fisica e spirituale. LA mia non e’ fede, Sono solo piccoli rsgionamenti che mi dano speranza. Ciao.
    Marghian

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  13. “che mi dano”. “Danno”, a scrivere col cell. passo anche per sgrammaticato 🙂

    Poi ci viene in aiuto anche il signor Cartesio: “ma come posso Io, che sono finito e limitato, pensare cose come “infinito”, “perfetto”, “divino” ed “eterno”? Allora tutto questo non viene da me ma da qualcos’altro. Allora Io sono..altro”. Ciao ciao.

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    • Ciao Marghian!!!!
      Caspita quanto hai scritto, mi fa piacere, vuol dire che sono riuscita a trasmettere qualcosa di bello su cui riflettere. Belli anche i tuoi pensieri, punti di vista.
      A me piace molto leggere articoli che riguardano la fisica quantistica e le sue meravigliose scoperte. Non entro in dettagli però il semplice fatto che è stato dimostrato che tutto è energia, ci fa veramente riflettere ed essere quasi sicuri che la nostra “morte” è soltanto una trasformazione.
      Ho scelto un argomento molto complesso di cui scrivere e ovviamente vengono fuori tanti punti di vista, ognuno con qualcosa di vero o probabile.
      Un abbraccio e ti ringrazio! 🙂

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      • Ah, Giorgiana, mi fa piacere scrivere (e parlare) di queste cose. La vita, la morte, cosa c’e, cosa non c’e’, perche’ siamo al mondo eccetera.
        Quando ho fatto qualche post da poco su Franco Battiato infatti ho scrito che “somiglio a lui”. Non certo come musicista, si intende. Ci somiglio cosi’, perche’ anceh a me piacciono certe tematiche, tipo queste.

        Ah, il fatto che “tutto è energia”, ed e’ vero, fa ritenere a molti che, come si dice spesso, “la realta’ non esiste”, e si chiama in causa proprio la fisica quantistica. Ma su questo si fa una bella confusione. Se tutto e’ energia, se ci sono le “stringhe”, eccetera, non e’ che la realta’ fisica non esista; no, esiste in quanto..esistono le stringhe (che vibrando danno la massa, la velocita’ di rotazione, le proprieta’ insomma “osservabili”); per cui, non dobbiamo dire “le cose non esistono”; se mai esiste l’energia che “vibrando” crea le caratteristiche di ogni particella, e queste a loro volta si aggregano in quark, questi in protoni e neutroni, questi in atomi eccetera.

        Ma perche’ ti scrivo questo? Perche’ c’e’ quasi la moda oggi di pensare che il mondo fisico non esista, e si chiama in causa la fisica quantistica. Invece no, la realta’ oggettiva esiste. Se nes ta capendo solo l’essenza.

        Ma per la questione della vita dopo la morte, io non penserei tanto a qualcosa di “quantistico” (equivarrebbe ugualmente a dire che l’anima e’ fatta di materia, per quanto “energetica”), ma a qualche altra sostanza- che non c’entra con la fisica-, che sarebbe la nostra essenza, “a-spaziale” ed “a-temporale”, ma comunque reale.

        Scrivere dal pc vien molto meglio, ciao 🙂

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  14. Ah, fra le tante cose che ho scritto su come io mi rapporto “filosoficamente” alla morte , ho dimenticato di scrivervi su come io mi rapporto ^piscologicamente, alla morte. Della morte io temo non “l’essere morto”- che poi potrebbe essere anche un instante senza tempo fra una vita e l’altra o- in senso escatologico occidentale-, essere uno “status” di sospensione spirituale, l’aldila’ propriamente detto. Io temo l’agonia, la sofferenza nel morire, non la morte in se’.
    Ve lo posso confermare, perche’ ebbi un intervento urgente in urologia, una disfunzione renale ed una emorragia interna. Durante la notte, dopo l’intervento, mi si aggiungeva plasma sanguigno, e l’emorragia continuava attraverso il caterere (ero in urologia…) a defluire. Le due infermiere si guardavano preoccupate, “e’, si’, perde ancora sangue, e’ il caso di dirlo al primario?” Io che pensavo “capsita, se le cose vanno male muoio..ma in questo modo magari perdero’ conoscenza, e non soffriro’…”. Insomma, ero sereno. Poi imporvvisamente mi agitai, perche’ mi venne in mente il pensiero “ma mi si blocchera’ il respiro, avro’ delle convulsioni, e magari soffriro’ eccome..”. Ecco, temevo soltanto quello, non la morte in se’. Infatti io dico sempre non la classica frase “spero il piu’ tardi possibile” ma “spero il piu’…serenamente possibile”. Comunque, tutto alla fine ando’ bene. Venni operato d’urgenza ad un rene, ma l’emorragia finalmente si arresto’, e fui dimesso dopo cinque giorni. Era la notte di ferragosto del 2000. Vi diro’ che durante il pericolo, prima che mi venisse in mente quanto avrei potuto soffrire, addirittura fantasticavo, su che cosa potesse accadere (e distacco dal corpo, “visioni celestiali” eccetera).
    Ciao, anzi buona notte data l’ora 🙂

    Marghian

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      • Ciao Giorgiana. Ma non sono stato li’ a pensare e ripensare, l’ho scritto di getto, in pochi minuti- non mi sono cronometrato…-. 🙂

        Leggi pure con calma, come vuoi.

        Mi ricordo una volta, quando leggevo il “giornale dei misteri” (c’erano pero’ troppe cose per lettori creduloni…), erano i beati “anni ’70”, comunque la rivista una volta pubblico’ un questionario sulla morte. “1- Cosa e’ per te, la morte? 2- Cosa pensi che ci sia dopo? 3 – Aborrisci l’idea della morte, oppure…” e via di seguito. Risposi alle domande e lo inviai, come da loro gentile richiesta.

        Non voglio riempirti il blog di commenti chilometrici Giorgiana, ma voglio esporvi una mia idea di..aldila’ anche qualora non esista l’anima (???!!!). MI spiego. Allora, esiste l’universo. Poniamo ceh poi esista il cosiddetto “multiverso”, per cui esistera’ sempre “qualcosa”. Questo “qualcosa” e l’eterno amalgama di materia ed energia- diffuse in un multiverso infinnito!-. Ora, nella materia energia, e nel tempo, esiste il fenomeno della coscienza, che si manifesta in un cervello “in grado di essere cosciente. Ora io, tu, tutti i viventi, siamo delle coscienze. Supponiamo che ci sia solo la coscienza “cerebrale”. “Allora dopo c’e’ niente…”. Un attimo.. Il nulla, in quanto nulla inteso come assenza di coscienza, puo’ venire inteso come …. “potenzialita’”, nel senso che “partendo dal nulla si puo’ diventare di tutto”. L’universo produce coscienze, coscienze che nascono, coscienze che muoiono; a gestire tutto sarebbe ovviamente il caso. E se io, ora, per caso mi trovo ad essere la persona che sono (e chi..lo avrebbe deciso?), una volta morto (il nulla…ma che non ha durata!!!), “per caso “potro'”, diciamo cosi’, essere qualsiasi altra coscienza, ritrovarmi ad essere… un’altra persona, cosi’, “a caso”, qui o su qualsiasi altro pianeta, di questo o di altro universo. Detta cosi’ sembra la reincarnazione. Ci somiglia, ma ^non intendo proprio questo, ma un continuo esistere, “nascendo e morendo” in continuazione ed esistendo come “forme di coscienza”,, in una qualsiasi forma e sembiante. Ovviamente, ogni “esistenza” è senza cognizione della “precedente esistenza” dato che in questa ipotesi non esiste un’anima “che ricorda”. Ma sarebbe la continuazione della sensazione-sentimento di esistere. Questa ipotesi la chiamo “un piano b”: Se esiste l’anima, e lo spero, tutto okay. Ma se siamo solo corpo, allora non e’ escluso che…potrebbe essere cosi’. Spero si capisca cosa intendo.

        Mi sono cronometrato giorgiana, ci ho messo circa…10 minuti ). Ciao.

        Marghian

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        • Ahahah! Sei simpaticissimo! Non ti preoccupare, puoi scrivere quando vuoi, anche perché hai scritto cose molto interessanti e per quello che riguarda questo tuo ultimo commento ti dirò che sono pensieri che condivido.
          Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. 🙂
          Perdonami Marghian, a volte passo delle giornate che mi fanno arrivare alla sera stravolta. Avrei voluto risponderti subito.
          Ti ho pensato senza fartelo sapere. Un forte abbraccio e buona giornata!

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          • Ciao Giorgiana. Noi abbiamo una parola sarda, “lareddiàu”, e sarebbe uno che si dilunga, parla, parla… mentre scrivevo pensavo di non voler passare per tale- infatti alcune cose non le ho scritte 🙂
            Invece hai gradito, t’ha fatto piacere, e questo fa piacere a me.
            Avrai capito che io non ho una “fede” propriamente detta e, mi sembra di avertelo anche scritto, tempo fa, ho una formazione cattolica, ed il mio modo di “quasi credere” verte su quello, o parte di quello. Chiaramente sono per me da interpretare certe cose, del credo cattolico. Ad esempio, “resurrezione del corpo alla fine dei tempi”. Ma poi San paolo dice “corpo spiirituale”. E allora, coas e’ questa resurrezione del corpo?”. O, quando si dice che l’uomo e’ diventato mortale dal giorno del peccato originale, mi chiedo: ma la Terra, e’ mai stata idonea, o lo sara’ mai, per ospitare una umanita’ immortale?”. “Cristo che tornera’ sulla Terra, e vivremo per sempre…”. Sulla Terra? Ma se Terra, Sole, unvierso stesso sono destinati a finire, allora..come e’ possibile l’eternita’..qui?”. Deve pertanto trattarsi di qualcos’altro. Per dirti, questi sono alcuni dei miei dubbi, e riflessioni. Che non significa “non credere”, ma non voglio credere nemmeno “a pappardella”, automaticamente perche’ mi vien detto.
            Mi pongo dei perche’, ecco. // Per il resto tranquilla, anche io ho poco tempo da dedicare al web.
            Okay, ho detto (scritto..) la mia anche adesso, ciao buona serata anche a te, carissima.
            Ah, se mai mi dovessi conoscere, e sentire, a parlare non sono cosi’ prolisso, ciao 🙂

            Marghian

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