Un altro giro di giostra – Tiziano Terzani

Ok, non ci riesco… ci ho provato, ma mantenere il segreto mi macina dentro. Sputerò il rospo. Faccio parte di quelle persone che s’innamorano facilmente. Mi bastano poche frasi e ci casco subito. Non ho una colpa, esse s’infilano sotto la mia pelle e cominciano farmi gioire. È quasi un anno che mi capita molto spesso di innamorarmi, ma non sempre l’amato è lo stesso. Questa volta, a rubarmi il cuore è stato lui, Tiziano Terzani, attraverso il suo ultimo libro Un altro giro di giostra. Contiene talmente tante bellissime riflessioni che ho fatto una grande fatica a sceglierne un solo brano da condividere con voi. Spero vi piaccia.

Ero matto, io? No. Ero solo vecchio, senza più obblighi, e volevo essere quello che ho sempre voluto essere: esploratore. Non più del mondo esterno – più o meno quello l’ho conosciuto -, ma del mondo che da sempre i saggi di tutte le culture dicono essere dentro di noi.
L’uomo moderno pensa sempre meno a quel mondo. Non ne ha il tempo. Spesso non ne ha l’occasione. La vita che facciamo, specie nelle città, non ci fa più pensare in grande, presi come siamo a correre in continuazione dietro a un qualche dettaglio, a una qualche piccolezza che ci fa perdere il senso del tutto. Me ne ero accorto, alla fine, nel mio stesso mestiere. Dovevo raccontare le guerre, ma non chiedermi il perché, con tutto il progresso di cui l’uomo si vanta, le guerre sono ancora così parte della sua esistenza e perché, quanto più civili e progrediti sono i paesi, tanto più investono enormi capitali per studiare nuove armi capaci di uccidere sempre meglio e di più.
E poi, fino ad alcuni anni fa, raccontare una guerra poteva servire, perché la gente si ribellava; un massacro commuoveva ancora. Oggi anche raccontare non serve più. Ogni giorno ci sono nuove storie di massacri, ingiustizie, torture, ma ci si fa appena caso. Siamo sopraffatti. Pensiamo di non poterci fare nulla e così tutti diventiamo sempre più complici del più semplice dei crimini: l’indifferenza.
Nessuno ha più risposte che contano, perché nessuno pone le domande giuste. Tanto meno la scienza, che in Occidente è stata asservita ai grandi interessi economici e messa sull’altare al posto della religione. Così è lei stessa diventata “l’oppio dei popoli”, con quella sua falsa pretesa di saper prima o poi risolvere tutti i problemi.
La scienza è arrivata a clonare la vita, ma non a dirci che cos’è la vita. La medicina è riuscita a rimandare la morte, ma non a dirci che cosa succede dopo la morte. O sappiamo forse davvero che cosa permette ai nostri occhi di vedere e alla nostra mente di pensare?
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La nostra vita quotidiana è piena di piccole luci che ci impediscono di vederne una più grande. Il campo della nostra mente si è ristretto in maniera impressionante. Così come si è ristretta la nostra libertà. Quello che facciamo è soprattutto reagire. Reagiamo a quello che ci capita, reagiamo a quello che leggiamo, che vediamo alla TV, a quello che ci viene detto. Reagiamo secondo modelli culturali e sociali prestabiliti. E sempre più reagiamo automaticamente. Non abbiamo il tempo di fare altro. C’è una strada già tracciata. Procediamo per quella.

Un caldo abbraccio a tutti e buone riflessioni!
Giorgiana

39 pensieri su “Un altro giro di giostra – Tiziano Terzani

  1. Questo è facile, c’è una volontà politica internazionale che, spinge per questo: omologazione totale. Il punto è che noi lo capiamo e proviamo a uscirne fuori molto in ritardo, probabilmente perché il vortice della quotidianità inizia a rallentare. Ma poi resta poco tempo per realizzare il vero viaggio….
    Grazie di questo post, capisco che anch’io non sono matta…

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  2. Ho imparato, complice il trascorrere degli anni, ad amarmi di più. Ho imparato ad ascoltare ed ascoltarmi, senza fretta, senza affanno. Ad alzarmi quando il mio corpo lo chiede, a prendermi tempo per me stessa, tempo che spendo a leggere, a scrivere, a coltivare amicizie e amore. Amo la mia vita perchè ho imparato ad amare me stessa ed a riversare a chi mi sta intorno, la mia serenità.

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  3. Straordinario. Come straordinario è il nostro viaggio, che inizia ogni giorno, ogni volta che l’alba accompagna i nostri sogni. E, ad ogni passo di questo cammino la strada si fa sempre più impervia, il sentiero diventa sempre più ripido e il fardello che portiamo sulle spalle diventa sempre più pesante. Così, per continuare siamo costretti ad abbandonare, di fronte a ogni ostacolo, qualcosa di noi, qualcosa della nostra storia, qualcosa che si è fatta pesante come un masso, e che non è più possibile sopportare. Ma come è duro questo abbandono, come sono pieni di nostalgia quegli sguardi su quel pezzo di storia che ci lascia, Mentre allentiamo la presa della mano che fatica a lasciare quel fardello per strada, ci accorgiamo di essere diversi, di essere più leggeri, come se nell’abbandonare qualcosa del nostro passato vi fosse un sollievo e, inaspettatamente, più spazio per la vita che ci viene incontro.

    Un caro affettuoso abbraccio.

    Fausto

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  4. La strada potrà anche essere tracciata, ma siamo noi con le nostre scelte a deviarne il corso, o forse anche le nostre scelte sono già prestabilite, e ci sembra soltanto di avere l’arbitrio della scelta. Se qualcosa accade, se incontri qualcuno che mai avresti pensato di poter incontrare, è forse solo perchè era destino. Riflettere su noi stessi e conoscerci interiormente, forse ci darebbe l’opportunità di farci conoscere e apprezzare davvero anche da chi ci circonda.

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  5. Grande Tiziano!!! Io ho iniziato a conoscerlo dalla fine… proprio da “La fine è il mio inizio”. Da allora ho continuato ad esplorare i suoi libri e a meditare sulle sue osservazioni e sui suoi insegnamenti. Da tempo si è guadagnato il posto del mio autore preferito. È ormai uno dei miei amici… il più saggio che ho. Grazie Georgiana per aver riportato alla mia attenzione questa riflessione. Mi sono imbattuto per caso nel tuo blog è misà che continuerò a seguirlo!

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