Relazioni interpersonali virtuali…

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Stavo riflettendo su questo bel mondo che si chiama Internet… mezzo comunicativo di grande efficacia, che ormai fa parte di tutti noi. È un mondo in cui normalmente ci comportiamo in base alle norme sociali basilari, quelle assimilate durante il processo di socializzazione, continuando a essere noi stessi, con la propria identità. Normalmente, ma ahimè non sempre …
Tante volte i partecipanti di una comunità virtuale assumono identità, ruoli diversi da quelli reali. Si può interagire con gli altri in perfetto anonimato, creandosi un vero personaggio, un’identità parallela, perché nel mondo virtuale tutto è possibile. Quello del mascheramento dell’identità è un fenomeno molto interessante. I nostri blog o homepage personali possono essere visti e letti da chiunque abbia accesso a Internet e noi possiamo fornire qualsiasi identità. Abbiamo il potere di presentarci come vogliamo, nascosti dietro a qualsiasi maschera. E se questa cosa, da certi punti di vista può essere meravigliosa, da altri potrebbe creare vari disagi, come nel caso delle relazioni interpersonali. Chi di voi non ha sentito parlare delle coppie che si sono formate partendo da un primo contatto online? Ci sono amori che nascono proprio così, nel mondo virtuale, basandosi su passioni condivise, impegni sociali, modi di pensare simili, ecc. ma, attenzione, non hanno tutte un buon finale!
Che succede se tutto quello che ci convinciamo che sia reale, convinzioni che scattano prima di tutto dalla necessità di soddisfare mancanze personali nei momenti di vulnerabilità, sono soltanto un inganno?
Le esperienze virtuali sono reali, però non implicano anche il fatto che gli attori che stanno dietro lo siano. Quei attori potrebbero giocare qualsiasi ruolo…
Penso che a volte sia bello giocare, uscire dalla monotonia sorridendo e passando del tempo con persone sconosciute, nei momenti più bui o di solitudine, però si deve fare molta attenzione a non sorpassare un certo limite, restando con i piedi ben ancorati alla realtà.
Internet è un mondo fantastico, ma va usato con precauzione!

42 pensieri su “Relazioni interpersonali virtuali…

  1. bisogna evitare di commettere l’errore di sostituire il reale con il virtuale. sono due mondi che devono rimanere separati alla base. uno può influenzare l’altro ma non può prenderne il posto
    le mie esperienze negative in proposito sono state molto educative

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  2. Bellissimo post Giorgiana. Condivido il tuo approccio e di maschere ne ho conosciute molte, ho conosciuto anche persone che si sono fidate di quelle maschere, io stessa mi sono fidata in un momento di malessere ma chi sta male non ha colpe, hanno colpe coloro che sfruttano il malessere altrui, e tante volte avere parsimonia non serve nemmeno, esemplificativo di questo sono i casi dove le persone mettono foto private e comunque poi queste vengono rubate e fatte girare in rete senza il consenso delle persone che le hanno postate privatamente, oppure fenomeni dove si incitano ad atti criminali su immagini normali (e la rete è piena di questo fenomeno), il fenomeno del ricatto sessuale sulle immagini è diffuso, internet è un mondo ma come dici te nel mondo si trova la regola morale ma anche altro e quell’altro si sente forte ad agire da dietro uno schermo, mentre i momenti di condivisione magari vengono fatti a pezzi da chi si sente impunito e quindi prosegue in condotte che personalmente ritengo criminali.
    I personaggi non reali di cui parli esistono, ce ne sono molti, vi è poi anche differenza tra uno pseudonimo, che viene sentito (porto il mio esempio) e l’ammantarsi di ego, di narcisismo, perseguendo vie che distruggono quello che una persona ha intorno, internet alimenta molto anche l’egocentrismo e il bisogno di conferme, di questo parlo spesso quindi ora mi fermo perché non voglio neanche scrivere un papiro più lungo di questo, anzi ti chiedo scusa per questa sfilza di concetti, ma il tuo post merita e siccome mi ha fatto piacere leggerlo volevo commentarlo fornendo la mia opinione anche se prolissa. Ti auguro una buona giornata.

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    • Non c’è niente per cui ti debba scusare, anzi, ti ringrazio! 🙂 Sì, il mio post è soltanto una rapida riflessione che lascia lo spazio a tante altre… quello che hai scritto sul ego e il bisogno di conferme si potrebbe definire anche come continua costruzione dell’identità sociale, che ovviamente può essere negativa o positiva.
      Grazie!!! Buon proseguimento di giornata anche a te!

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  3. UOMINI MASCHERE TEATRANTI

    di Fausto Corsetti

    Ciascuno di noi è un attore, che recita i suoi diversi ruoli negli infiniti teatri della vita quotidiana. La ricerca di noi stessi procede di pari passo con quella di forme sempre nuove con cui entriamo in relazione con gli altri. E l’abilità di interpretare i nostri diversi copioni, secondo i casi, rende la vita pesante come un dramma o leggera come una commedia.
    Sarei, quasi, tentato di dire che ogni essere umano, che viene al mondo, non nasce: debutta. Quindi, dalla nascita alla morte, non fa che recitare.
    Ogni mattina, quando ci svegliamo, inizia la nostra rappresentazione quotidiana in cui ciascuno interpreta il suo copione per il pubblico di riferimento. Anzi, non uno soltanto, ma numerosi e tutti diversi: per la moglie, i figli, i capi, i dipendenti, i vicini di casa e così via fino alla sera quando, spegnendo la luce, stendiamo il pietoso sipario diurno e ci adagiamo sulle rappresentazioni dei nostri sogni notturni.
    E’ difficile decifrare i misteri di questa nostra inconsapevole vita di perenni attori: nella vita privata il bisogno di essere noi stessi si risolve in teatralità quotidiana, che di tanto in tanto rende leggera la giornata, trasformandola in commedia, o la complica e l’appesantisce, mutandola in dramma.
    Perfino un’operazione seria e rischiosa come la redazione di un bilancio aziendale altro non è che la scrittura di un copione in termini finanziari. Ogni disinvolto imprenditore ha un rendiconto per sé, uno per gli azionisti, uno per il fisco, uno per i sindacati e uno per il coniuge.
    E di ciascuno snocciola le cifre ostentando di volta in volta soddisfazione, preoccupazione o panico a seconda delle circostanze e degli interlocutori.
    Ma il palcoscenico per antonomasia resta, a mio parere, il mondo del lavoro – oggi più realisticamente mezzo mondo – dove, tra “mission”, “vision” e “management” aziendali globalizzati, la recita comprende ruoli di capi, gran capi, colleghi o dipendenti. Vige, sovente, una doppia sceneggiatura, un copione che ci costringe a recitare una doppia scena da foresta: quella sadica, in cui ognuno, appena conquista una briciola di potere, si crede un leone legittimato ad azzannare, e quella masochista, in cui ognuno, appena si ritrova al cospetto del capo, si crede una gazzella tenuta a farsi sbranare.
    Allude quasi a quella storiella, nota a parecchi, dove leoni e gazzelle soffrono d’insonnia, si svegliano presto, devono correre, muoiono di fame se…
    Ebbene, proprio quella metafora regola quotidianamente la tragicommedia di milioni di individui, esaltati dalla barbara competitività, dalla guerra di tutti contro tutti. Non a caso ha come scenario la foresta e come protagonisti le bestie.
    Paradossalmente, in tanta onnivora teatralità inconsapevole, l’unico momento di verità della nostra giornata è il teatro: quello in cui recitano gli attori professionisti. Soltanto i professionisti del teatro possono farci riflettere sulla nostra esistenza quotidiana, senza stereotipi e lontano dai massimalismi.
    Questi benefattori dell’umanità, tirando avanti una vita spesso inquieta e tribolata, sdoppiandosi ogni sera in dr. Jekyll o mr. Hyde, ci spiattellano in faccia la realtà e ci costringono a confrontare le poche cose che contano e che trascuriamo, con le infinite insipienze, futilità che ci svuotano ma che sempre alla fine preferiamo.
    Soltanto gli attori di professione, dall’alto della loro arte vera, sono capaci di ricordare a noi dilettanti la nostra natura di teatranti maldestri, svelandoci la verità che ci attende sotto la finzione, trasformando la complessità dei nostri drammi fittizi nella disarmante semplicità di quelli reali.

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    • Vista così, la nostra vita è una vera tristezza… è vero tutto ciò che hai scritto, ma preferisco pensare che a parte i copioni che siamo costretti a interpretare, ogni tanto possiamo permetterci anche di sentirci liberi, o almeno con le persone amate sarebbe ideale non indossare maschere…
      Cosa conta alla fine?
      Secondo me le belle emozioni che​ siamo stati in grado di offrire e sentire…
      Ciao Fausto, grazie! Sempre molto belli i tuoi scritti. 🙏

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      • In tutto questo, l’equilibrio con se stessi e con le nostre relazioni è dunque fondamentale. Ma costa fatica, costa perseveranza, c’è di mezzo un’attesa priva di superficialità. Ma soprattutto un esercizio spregiudicato d’umiltà.
        Ciao, Giorgiana, grazie a te!

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  4. Essere se stessi può sembrare difficile, a volte si sceglie la scorciatoia di presentarsi come un “personaggio” che non corrisponde alla realtà, ma alla fine poi è forse la cosa più appagante che ci sia, quando ti guardi allo specchio, poter sentire che nei limiti del possibile (e della buona educazione), sei quello che sei in tutte le espressioni della tua vita, anche quando gli altri non ci vedono, noi ci vediamo e sappiamo chi siamo 🙂

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  5. le relazioni interpersonali a cui fai riferimento sono molto importanti…..io mi sono sempre presentato come il Principe dagli occhi azzurri e con il cavallo bianco….ovviamente scherzo per esorcizzare un problema che esiste….
    Aldilà di tutto ho avuto la fortuna di incontrare dal vivo quelle amicizie cosiddette virtuali e ti assicuro che è stato bellissimo,,,,,,

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    • Ciao Antonio!!! Bello risentirti, prima o poi passo anche io da te (il problema è che il cellulare non mi apre i tuoi articoli e al computer se non sono al lavoro ci sto poco).
      Ci credo che i tuoi incontri sono stati bellissimi, evidentemente hai avuto la fortuna di incontrare persone che corrispondevano alla loro presentazione. Nelle mie riflessioni mi riferivo alle relazioni che sono soltanto virtuali, relazioni in cui finché non c’è la possibilità di farle diventare reali, si deve rimanere con i piedi per terra. La nostra mente è veramente potente e specialmente nei momenti più bui, ci può far credere cose non vere. Non sempre, le persone con cui interagiamo raccontano le cose come stanno veramente, quindi prima di farsi troppe illusioni, bisogna stare molto attenti e provare a incontrarsi più volte nella realtà, per verificare che le situazioni siano proprio così…
      Grazie di essere passato! Ciao Antonio! 🙂

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  6. Ho visto che si sono già espressi in tanti in maniera esauriente. Ultimamente però sto cominciando ad abbracciare una riflessione sul web: arriverà un momento in cominceremo a considerarlo desueto. Cosa ci sarà subito dopo?
    E tutte le relazioni e dinamiche nate online, diventeranno una sorta di enorme paese fantasma?

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  7. In realtà nulla di nuovo sotto il sole, quando ero un ragazzetto non esisteva internet, ma in molti avevamo il ” baracchino cb ” una radio trasmittente più potente di quelle più conosciute anche oggi, con numerosi canali, ci si teneva collegati anche in auto 😊 anche allora c’era chi dietro il Mike ( microfono) creava una sua identità personalizzata, non mancavano neppure le orecchie di gomma , che erano l’equivalente degli odierni troll.
    Si era molto presi , sono nate amicizie, coppie, delusioni e belle storie, e come oggi era necessario mantenere i piedi a terra..

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    • Walkie talkie molto più evoluti. 🙂
      Ho riletto il tuo commento con più calma, prima ero di corsa. Riesco immaginarmi l’atmosfera, direi bei tempi, quelli quando eri ragazzetto. Grazie ancora, mi ha fatto veramente piacere leggerti​.
      PS. A parte questo tuo commento, attraverso i tuoi articoli mi hai fatto tornare in mente tanti bei ricordi d’infanzia​… Ti ringrazio! 😊

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